Al Festival “I Bemolli sono blu 2018”, Red carpet per il Quartetto Guadagnini

Il Quartetto Guadagnini che suona strumenti di liuteria moderna, in questo recital si è contraddistinto per le sonorità morbide e pastose, grande amalgama e ottima sintonia tra i quattro esecutori
— Tuscia Times

Al Festival “I Bemolli sono blu 2018”, Red carpet per il Quartetto Guadagnini e la rivoluzionaria musica di Silvia Colasanti

VITERBO – Il Festival “I Bemolli sono blu” (18 ottobre-4 novembre 2018), giunto alla seconda edizione, ha ormai spiccato il volo, due concerti, due successi e la risposta entusiasta del pubblico. Dopo lo strepitoso recital pianistico di Maurizio Baglini che ha inaugurato giovedì 18 la rassegna di musica da camera dedicata a Ludwig van Beethoven (1770-1827), oggi, 19 ottobre, è stata la volta dello straordinario Quartetto d’archi Guadagnini che ha proposto, nella Chiesa di San Silvestro (piazza del Gesù), un altro concerto di altissimo livello, eseguendo, tra il Quartetto op.18 n.4 di Ludwig van Beethoven e il Quartetto di Verdi, le composizioni rivoluzionarie e moderne di Silvia Colasanti, in prima esecuzione nazionale. Un enorme successo.

Il Quartetto Guadagnini che suona strumenti di liuteria moderna, in questo recital si è contraddistinto per le sonorità morbide e pastose, grande amalgama e ottima sintonia tra i quattro esecutori: Fabrizio Zoffoli (violino Marino Capicchioni del 1962), Cristina Papini (violino Massimo Nesi del 2006), Matteo Rocchi e Alessandra Cefaliello (viola e violoncello del liutaio Bresciano Filippo Fasser).

Guadagnini ha spiccato soprattutto per l’esecuzione della nuova composizione Le Tre nottidi Silvia Colasanti. Tale opera sfida due brani, di Beethoven e Verdi, tra i più importanti del repertorio quartettistico e rappresenta la declinazione della profondità della notte vista in duplice modo dalla compositrice come punto di vista esteriore: la natura nell’oscurità della notte con i suoni e i rumori che emergono da un silenzio inquietante; e come punto di vista interiore: condizione umana e stati d’animo tra tumulti e pace dei sensi. Un’opera rivoluzionaria che esplora e amplifica le possibilità timbriche ed espressive degli strumenti ad arco anche attraverso l’utilizzo di suoni acutissimi, suoni armonici e corde vuote. Ha colpito in questa composizione la duttilità dei quattro musicisti nel saper trasformare e modellare i timbri, anche di una singola nota, quasi a parlare di una vera metamorfosi dei suoni.

Maria Antonietta Germano ©
Tuscia Times